Un complesso vulcanico possente e magnifico situato lungo la costa orientale della Sicilia, alto circa 3330 metri, il cui nome potrebbe derivare dall’antica parola greca “Aἴτνα-ας”, Aitna, che a sua volta risale al verbo “aitho” (bruciare) o alla parola fenicia “attano” (fornace). Chiamata anticamente dagli Arabi “Jabal al-burkān o Jabal Aṭma Ṣiqilliyya” ovvero “vulcano” o “montagna somma della Sicilia”, ancora oggi la maestosa Etna viene indicata dalle popolazioni etnee con il termine dialettale “a Muntagna” o Mongibello: “Mons Gibel” (dal latino mons, “monte” e dall’arabo Jebel, “monte”).
Occupa uno spazio di 1570 km², ha un diametro basale di 45 Km circa e un perimetro di 180 km, dimensioni che la rendono tra i più grandi vulcani al mondo e il più alto vulcano del continente europeo.
Le sue eruzioni hanno continuamente cambiato il paesaggio con una superficie ricchissima di vari ambienti: dai paesaggi urbani a quelli naturalistici, quali folti boschi che conservano diverse specie di qualità endemiche o aree completamente ricoperte da roccia vulcanica, soggette a innevamento.
Continua ad attirare folle di visitatori da ogni parte del mondo per via della spettacolarità dell’emissione di degassamento e di cenere vulcanica e rimane una fortissima attrazione per gli sciatori amanti del mare, che potranno sciare sulla neve, osservando il mare.
Lo scrittore Dominique Vivand Denon, nel suo "Voyage en Sicilie" del 1788 la descrive così: «tutto ciò che la natura ha di grande, tutto ciò che ha di piacevole, tutto ciò che ha di terribile, si può paragonare all'Etna, e l'Etna non si può paragonare a nulla».
L’Etna è stata riconosciuta, nel giugno 2013, Patrimonio Unesco dell’Umanità per l’eccezionale attività eruttiva e la sua storia ultramillenaria.